Gli adulti

Non ho mai capito gli adulti. In ufficio a rompersi i coglioni, a cuccia (seduti) e davanti a uno schermo. Poi in metrò, o, peggio ancora, nel traffico. Traffico: altra gente impegnata ad andare non si sa bene dove e non si sa perché.

Poi fanno ritorno a casa! Dove potranno, finalmente, litigare con la moje o con i figli, o, in mancanza, col cane. Figli ai quali, ovviamente, insegneranno che è quella, la vita. La vita vera! Métro, boulot, dodo e rompersi i coglió.

Ho sempre avuto un senso di profondo disagio, se non addirittura disgusto, per questa ‘normalità’ dipinta come se fosse il Sacro Graal, quando in verità è solo: non è riuscito a fare un cazzo, e quindi ha fatto come tutti gli altri.

Poi arriva il weekend, per andare ai giardinetti con la co-gestrice della prole — manager entrambi! — a sognare, immagino, il lunedì mattina in ufficio per poter finalmente giocare con Excel e PowerPoint in relativa pace…

Angosciante

Milano non è una città — Valencia, Barcellona, Lisbona, Ljubljana, Berlino, Amburgo, Copenhagen, Stoccolma sono città. Milano è una discarica di automobili a cielo aperto.

Se poi hai la fortuna di vivere vicino a un bar di relativo successo, la situazione è angosciante: auto ovunque, sui marciapiedi, in doppia fila, in curva, sulle aiuole.

E tutti costoro sono ovviamente persone che vanno a bere e che poi guidano.

Un asteroide per Milano

Sono un paio di settimane che mi chiedo: Che minchia sta facendo Peppone Sala in Piazza Guardi? Hanno deciso di eliminare l’asfalto che soffocava gli alberi e che si prestava alla perfezione al parcheggio selvaggio delle automobili, ma perché stanno delimitando gli spazi che sembrerebbero voler restituire agli alberi con uno ‘zoccolino’ messo al livello del marciapiede che consentirà alle auto di tornare a occupare illegalmente quegli spazi? Lo so, che domanda del cazzo.

Perché non vuole una guerra con chi ha occupato quegli spazi, spesso chiamati “parcheggi storici” (medievali? rinascimentali?) dai culidipiombo locali.

Oggi ho visto un cartello che dice in modo chiaro che è vietato parcheggiare lungo la strada e sul marciapiede, ma solo fino alle ore 20:00 del 13 ottobre, mentre completano i lavori. Poi tornate pure a fare quel cazzo che vi pare.

Pure in anticipo. Il 3 ottobre, come si vede nella foto di destra, la zona è tornata alla sua normalità con le auto parcheggiate sulle radici degli alberi, ma con la ghiaietta.

Quanto è costato questo lavoro inutile e anzi dannoso, perché garantisce che nessuno rifarà lavori in zona per impedire il parcheggio selvaggio per i prossimi 20 anni?

Milano è una città di cinghiali governata da imbecilli. L’unica speranza è un asteroide.

Il MaaS di Milano

A inizio 2022, Milano, Roma e Napoli hanno ottenuto fondi della Unione Europea per “sperimentare” servizi di Mobility as a Service. Cosa ci fosse da “sperimentare” non mi è chiaro, visto che queste cose funzionano già da anni in città quali Amsterdam, Berlino, Madrid e Stoccolma. A me pare di ricordare che la cifra fosse di 2.5 milioni di Euro per ciascuna città, ma qui dicono fino a 40 milioni di Euro.

Il risultato di questo “investimento”? Non una app con tutti i mezzi di trasporto publico per offrire un servizio degno di questo nome a una città che ha una app dei mezzi pubblici imbarazzante, bensì ben 5 app che a essere generosi possiamo definire incompiute e che non fanno quanto promesso.

Vediamole una per una

Vediamole una per una, ma ricordandoci che nessuno aveva chiesto cinque app mediocri; l’obiettivo avrebbe dovuto essere dare alla città una app fatta bene.

> La prima, di ACI, quindi in quota La Russa, è una app per i parcheggi con la quale adesso si possono anche acquistare i biglietti ATM (e ATAC per Roma) e fare ricerche basilari — con il motore di myCicero, mi pare — per come andare da un posto all’altro in città, ma senza la possibilità di integrare i mezzi pubblici con i servizi in sharing e addirittura senza il passante ferroviario: da Dateo a Lancetti il passante non compare.

> La seconda, di Mooney, è la stessa cosa con un logo diverso, stessa interfaccia, stessa tecnologia di myCicero, stesse funzionalità, per così dire, e stesse limitazioni. MaaS, multi-modalità etc? Anche qui il passante ferroviario è uno sconosciuto totale.

> La terza, di Unipol, quindi in quota PD / “Abbiamo una banca!”, a differenza delle prime due ha almeno un bel logo. Pare essere “Powered by Google” e non si capisce perché quando mi chiede il numero di telefono pensa che io debba avere un numero finlandese. Alla faccia della “multi-modalità”, anche questa non conosce l’esistenza del passante ferroviario: da Dateo a Lancetti mi suggerisce di prendere la 92.

> La quarta, di Urbi, una volta era un aggregatore di auto, moto, bici e trespoli (monopattini) in sharing. Adesso vedo che in teoria hanno aggiunto anche i mezzi pubblici, ma sono due giorni che mi dice sempre e solo: Slow moment. Something went wrong.

> La quinta, di Wetaxi, è una app per i taxi. Se vuoi un taxi, immagino funzioni, anche se dal loro sito vedo che hanno convenzioni con Taxi Torino, con Consortaxi Napoli e con Taxi Roma Samarcanda, e non con cooperative di Milano. Avrebbero potuto offrire il loro servizio di taxi, sperando che abbiano taxi anche a Milano, sulla app unica MaaS, no? E prendere un Euro a corsa? Molto meglio prendere una fetta del bottino e amen.

E a cosa serve (servirebbe) sta roba?

Il passante ferroviario è integrato nelle app di CityMapper, Moovit e Transit almeno dal 2015, forse da prima. Quelli di CityMapper sono andati oltre: integrano da un sacco di tempo anche le bici di BikeMi, Dott, Lime, Movi e Tier, le auto di Enjoy e Share Now, gli scooter di Cityscoot, ZigZag e Cooltra, e i monopattini di Dott, Lime, Tier, Voi, Bird e Bolt.

Cosa apportano in più a Milano queste 5 app? La possibilità di usarle per dare, nel caso di Milano, fino a 200 Euro in biglietti gratuiti per 5.000 utenti. È questa, si vede, la “sperimentazione” che stanno facendo: se dò 200 Euro di biglietti gratis a 5.000 persone in condizioni economiche disagiate, li utilizzeranno? Immagino di sì.

C’era bisogno di fare 5 app per questo? In una città con una app dei mezzi pubblici disastrosa — 2.2 stelle su 5 su iOS e 2.7 stelle su 5 su Android — si è deciso di dare soldi a 5 società che hanno messo in piedi 5 app mediocri per dare biglietti gratis ma che non fanno neppure la metà di quello che dovrebbe fare una app di Mobility-as-a-Service.

C’è poco da dire: L’Italia è un paese tristissimo.