Un asteroide per Milano

Sono un paio di settimane che mi chiedo: Che minchia sta facendo Peppone Sala in Piazza Guardi? Hanno deciso di eliminare l’asfalto che soffocava gli alberi e che si prestava alla perfezione al parcheggio selvaggio delle automobili, ma perché stanno delimitando lo spazio che sembrerebbero voler restituire agli alberi con uno ‘zoccolino’ messo al livello del marciapiede che consentirà alle auto di tornare a occupare illegalmente quello spazio?

Oggi vedo un cartello che dice in modo chiaro che è vietato parcheggiare lungo la strada e sul marciapiede fino alle ore 20 del 13 ottobre, mentre completano i lavori.

Poi tornate pure a fare quel cazzo che vi pare.

L’unica speranza per Milano è un asteroide.

Fine corsa per Bird ?

Eh, i monopattini cambieranno il mondo! Per cambiare il mondo, bisogna sopravvivere.

Ieri Bird ha licenziato il CEO e messo al suo posto un CFO. Liquidazione in vista?

Considerato che hanno avuto investimenti per 916 milioni di dollari e ora valgono solo 27 milioni di dollari in borsa, e che hanno 6 milioni in cassa e ne hanno persi oltre 9 durante il secondo trimestre, non li vedo proprio benissimo…

In Europa, intanto, si parla di fusione fra i tedeschi di Tier e gli svedesi di Voi.

Tanto bene non pare stare quasi nessuno, nel settore dello sharing dei trespoli.

Il MaaS di Milano

A inizio 2022, Milano, Roma e Napoli hanno ottenuto fondi della Unione Europea per “sperimentare” servizi di Mobility as a Service. Cosa ci fosse da “sperimentare” non mi è chiaro, visto che queste cose funzionano già da anni in città quali Amsterdam, Berlino, Madrid e Stoccolma. A me pare di ricordare che la cifra fosse di 2.5 milioni di Euro per ciascuna città, ma ho trovato un articolo in cui si parla di fino a 40 milioni di Euro.

Il risultato di questo “investimento”?

Non una app con tutti i mezzi di trasporto publico per offrire un servizio degno di questo nome a una città che ha una app dei mezzi pubblici imbarazzante, bensì ben 5 app che a essere generosi possiamo definire incompiute e che non fanno quanto promesso.

Vediamole una per una

Vediamole una per una, ma non prima di dire di nuovo che nessuno aveva chiesto cinque app mediocri; l’obiettivo avrebbe dovuto essere dare alla città una app fatta bene.

> La prima, di ACI, quindi in quota La Russa, è una app per i parcheggi con la quale adesso si possono anche acquistare i biglietti ATM (e ATAC per Roma) e fare ricerche basilari — con il motore di myCicero, mi pare — per come andare da un posto all’altro in città, ma senza la possibilità di integrare i mezzi pubblici con i servizi in sharing e addirittura senza il passante ferroviario: da Dateo a Lancetti il passante non compare.

> La seconda, di Mooney, è la stessa cosa con un logo diverso, stessa interfaccia, stessa tecnologia di myCicero, stesse funzionalità, per così dire, e stesse limitazioni. MaaS, multi-modalità etc? Anche qui il passante ferroviario è uno sconosciuto totale.

> La terza, di Unipol, quindi in quota PD / “Abbiamo una banca!”, a differenza delle prime due ha almeno un bel logo. Pare essere “Powered by Google” e non si capisce perché quando mi chiede il numero di telefono pensa che io debba avere un numero finlandese. Alla faccia della “multi-modalità”, anche questa non conosce l’esistenza del passante ferroviario: da Dateo a Lancetti mi suggerisce di prendere la 92.

> La quarta, di Urbi, una volta era un aggregatore di auto, moto, bici e trespoli (monopattini) in sharing. Adesso vedo che in teoria hanno aggiunto anche i mezzi pubblici, ma sono due giorni che mi dice sempre e solo: Slow moment. Something went wrong.

> La quinta, di Wetaxi, è una app per i taxi. Se vuoi un taxi, immagino funzioni, anche se dal loro sito vedo che hanno convenzioni con Taxi Torino, con Consortaxi Napoli e con Taxi Roma Samarcanda, e non con cooperative di Milano. Avrebbero potuto offrire il loro servizio di taxi, sperando che abbiano taxi anche a Milano, sulla app unica MaaS, no? E prendere un Euro a corsa? Molto meglio prendere una fetta del bottino e amen.

E a cosa serve (servirebbe) sta roba?

Il passante ferroviario è integrato nelle app di CityMapper, Moovit e Transit almeno dal 2015, forse da prima. Quelli di CityMapper sono andati oltre: integrano da un sacco di tempo anche le bici di BikeMi, Dott, Lime, Movi e Tier, le auto di Enjoy e Share Now, gli scooter di Cityscoot, ZigZag e Cooltra, e i monopattini di Dott, Lime, Tier, Voi, Bird e Bolt.

Cosa apportano in più a Milano queste 5 app? La possibilità di usarle per dare, nel caso di Milano, fino a 200 Euro in biglietti gratuiti per 5.000 utenti. È questa, si vede, la “sperimentazione” che stanno facendo: se dò 200 Euro di biglietti gratis a 5.000 persone in condizioni economiche disagiate, li utilizzeranno? Immagino di sì.

C’era bisogno di fare 5 app per questo? In una città con una app dei mezzi pubblici disastrosa — 2.2 stelle su 5 su iOS e 2.7 stelle su 5 su Android — si è deciso di dare soldi a 5 società che hanno messo in piedi 5 app mediocri per dare biglietti gratis ma che non fanno neppure la metà di quello che dovrebbe fare una app di Mobility-as-a-Service.

C’è poco da dire: L’Italia è un paese tristissimo.

Monopattini — se ci credessimo

Hanno senso i monopattini elettrici nelle nostre città?

A Parigi, che era la città con più monopattini del mondo insieme a Seul, hanno fatto un referendum e hanno deciso che non hanno senso, e adesso c’è addirittura chi dice che Anne Hidalgo è una reazionaria. Mentre Sala è un ecologista, certo.

Se credessimo veramente ai monopattini elettrici, dovremmo fare due cose subito: per prima cosa, chiudere almeno un quarto delle strade di Milano alle automobili per lasciarle solo ai mezzi leggeri, bici e tresp monopattini, volevo dire.

E per seconda cosa, smettere di chiedere loro soldi per occupare il suolo pubblico. Perché? Perché, guai a dirlo, sono dei business di merda e stanno per fallire. Bird ha perso 44 milioni di dollari nel primo trimestre, e hanno meno di 13 milioni in cassa.

Ovviamente a Milano non faranno nessuna delle due cose, e continueranno a difendere a spada tratta i monopattini perché “di sinistra” mentre chi non li vuole è, ovviamente, un reazionario se non proprio un fascista. Così va l’Italia. Male.

Altri dati sullo sharing

Ho trovato in giro una presentazione per la quotazione in borsa a New York di Marti (marti.tech), il leader in Turchia, dove hanno ben 46 mila trespoli, soprattutto monopattini, e un market share addirittura del 64%, cosa che non penso esista in nessun paese europeo.

Questi mezzi fanno, in media, 2,4 viaggi al giorno, nella loro stima per il 2022.

E questi viaggi durano, in media, diciamo 11 minuti (sono soprattutto monopattini).

Risultato: 2,4 viaggi (non 1 come dicevo io a Milano) per 11 minuti (non 14’24”), vuol dire che vengono usati in media per 1584 secondi al giorno, ovvero per l’1,83% del tempo. Se fossero usati 12 minuti in media, staremmo parlando di un utilizzo del 2% del tempo.

E questo, ricordiamolo, per il servizio nettamente leader di mercato in Turchia.

Io sono sicurissimo che a Milano diversi di questi servizi di sharing vengano usati per meno dell’1% del tempo, occupando spazio pubblico senza nessun buon motivo.

Quante volte ?

È ben noto che le automobili private rimangono ferme il 95% del tempo.

Quanto tempo invece le auto, i motorini, le bici e i monopattini dello scèring?

Quanti sono i mezzi di questo tipo che occupano spazio pubblico in attesa di clienti che mi sembra che a Milano non ci siano? (per non parlare di quelli abbandonati alla peggio).

Non dovrebbe essere così difficile da calcolare. Numero totale di noleggi al giorno diviso per il numero totale di mezzi. Siamo sicuri che facciano almeno un noleggio al giorno? Facciamo finta di sì. Se questo noleggio durasse in media 15 minuti (14’24”, per essere precisi), questi mezzi rimarrebbero fermi il 99% del tempo. È verosimile?

C’è qualcuno che fa questi calcoli per ogni tipo di mezzo di ogni tipo di operatore, e che poi deciderà che certi mezzi o certi operatori stanno solo rompendo le balle?