Il MaaS di Milano

A inizio 2022, Milano, Roma e Napoli hanno ottenuto fondi della Unione Europea per “sperimentare” servizi di Mobility as a Service. Cosa ci fosse da “sperimentare” non mi è chiaro, visto che queste cose funzionano già da anni in città quali Amsterdam, Berlino, Madrid e Stoccolma. A me pare di ricordare che la cifra fosse di 2.5 milioni di Euro per ciascuna città, ma ho trovato un articolo in cui si parla di fino a 40 milioni di Euro.

Il risultato di questo “investimento”?

Non una app con tutti i mezzi di trasporto publico per offrire un servizio degno di questo nome a una città che ha una app dei mezzi pubblici imbarazzante, bensì ben 5 app che a essere generosi possiamo definire incompiute e che non fanno quanto promesso.

Vediamole una per una

Vediamole una per una, ma non prima di dire di nuovo che nessuno aveva chiesto cinque app mediocri; l’obiettivo avrebbe dovuto essere dare alla città una app fatta bene.

> La prima, di ACI, quindi in quota La Russa, è una app per i parcheggi con la quale adesso si possono anche acquistare i biglietti ATM (e ATAC per Roma) e fare ricerche basilari — con il motore di myCicero, mi pare — per come andare da un posto all’altro in città, ma senza la possibilità di integrare i mezzi pubblici con i servizi in sharing e addirittura senza il passante ferroviario: da Dateo a Lancetti il passante non compare.

> La seconda, di Mooney, è la stessa cosa con un logo diverso, stessa interfaccia, stessa tecnologia di myCicero, stesse funzionalità, per così dire, e stesse limitazioni. MaaS, multi-modalità etc? Anche qui il passante ferroviario è uno sconosciuto totale.

> La terza, di Unipol, quindi in quota PD / “Abbiamo una banca!”, a differenza delle prime due ha almeno un bel logo. Pare essere “Powered by Google” e non si capisce perché quando mi chiede il numero di telefono pensa che io debba avere un numero finlandese. Alla faccia della “multi-modalità”, anche questa non conosce l’esistenza del passante ferroviario: da Dateo a Lancetti mi suggerisce di prendere la 92.

> La quarta, di Urbi, una volta era un aggregatore di auto, moto, bici e trespoli (monopattini) in sharing. Adesso vedo che in teoria hanno aggiunto anche i mezzi pubblici, ma sono due giorni che mi dice sempre e solo: Slow moment. Something went wrong.

> La quinta, di Wetaxi, è una app per i taxi. Se vuoi un taxi, immagino funzioni, anche se dal loro sito vedo che hanno convenzioni con Taxi Torino, con Consortaxi Napoli e con Taxi Roma Samarcanda, e non con cooperative di Milano. Avrebbero potuto offrire il loro servizio di taxi, sperando che abbiano taxi anche a Milano, sulla app unica MaaS, no? E prendere un Euro a corsa? Molto meglio prendere una fetta del bottino e amen.

E a cosa serve (servirebbe) sta roba?

Il passante ferroviario è integrato nelle app di CityMapper, Moovit e Transit almeno dal 2015, forse da prima. Quelli di CityMapper sono andati oltre: integrano da un sacco di tempo anche le bici di BikeMi, Dott, Lime, Movi e Tier, le auto di Enjoy e Share Now, gli scooter di Cityscoot, ZigZag e Cooltra, e i monopattini di Dott, Lime, Tier, Voi, Bird e Bolt.

Cosa apportano in più a Milano queste 5 app? La possibilità di usarle per dare, nel caso di Milano, fino a 200 Euro in biglietti gratuiti per 5.000 utenti. È questa, si vede, la “sperimentazione” che stanno facendo: se dò 200 Euro di biglietti gratis a 5.000 persone in condizioni economiche disagiate, li utilizzeranno? Immagino di sì.

C’era bisogno di fare 5 app per questo? In una città con una app dei mezzi pubblici disastrosa — 2.2 stelle su 5 su iOS e 2.7 stelle su 5 su Android — si è deciso di dare soldi a 5 società che hanno messo in piedi 5 app mediocri per dare biglietti gratis ma che non fanno neppure la metà di quello che dovrebbe fare una app di Mobility-as-a-Service.

C’è poco da dire: L’Italia è un paese tristissimo.

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