Gli adulti

Non ho mai capito gli adulti. In ufficio a rompersi i coglioni, a cuccia (seduti) e davanti a uno schermo. Poi in metrò, o, peggio ancora, nel traffico. Traffico: altra gente impegnata ad andare non si sa bene dove e non si sa perché.

Poi fanno ritorno a casa! Dove potranno, finalmente, litigare con la moje o con i figli, o, in mancanza, col cane. Figli ai quali, ovviamente, insegneranno che è quella, la vita. La vita vera! Métro, boulot, dodo e rompersi i coglió.

Ho sempre avuto un senso di profondo disagio, se non addirittura disgusto, per questa ‘normalità’ dipinta come se fosse il Sacro Graal, quando in verità è solo: non è riuscito a fare un cazzo, e quindi ha fatto come tutti gli altri.

Poi arriva il weekend, per andare ai giardinetti con la co-gestrice della prole — manager entrambi! — a sognare, immagino, il lunedì mattina in cui poter finalmente giocare con Excel e PowerPoint in relativa pace…

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