Propaganda comunista

Quella dei sovietici prima e dei russi oggi, che amano dipingersi come i buoni della seconda guerra mondiale, come se il patto Molotov–Ribbentrop del 1939, la spartizione della Polonia con i nazisti e le invasioni di Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania e della Moldavia non fossero mai accadute. I russi addirittura si scordano di tutto questo e sui libri di storia e nei cimiteri di guerra fanno partire la seconda guerra mondiale nel giugno 1941, quando gli ex amici nazisti iniziarono l‘invasione dell’Unione Sovietica.

E quella dei comunisti italiani, che amano cianciare della Campagna di Russia e dei soldati italiani, fra cui mio nonno, con gli scarponi di cartone, lasciati allo sbando e salvati dalle donne russe, buone in quanto comuniste, anche se non lo si dice mai in modo esplicito. Quando in realtà i soldati italiani in Russia non arrivarono mai, combatterono solo in Ucraina e furono salvati dalle contadine ucraine, loro buone sì, e con tutta probabilità ferocemente anticomuniste, dopo tutto ciò che Stalin combinò in Ucraina.