Amici, pidioti, sinistri, tecnopaninari, carampane e femmine che vanno alle “girl geek dinner” milanesi, neanche fossero state compagne di tecno-sesso selvaggio e sperimentale con Larry e Sergey a Stanford o al Burning Man, quando in realtà fanno le venditrici di banner…
Ops, forse avrei potuto scriverla meglio, la captatio benevolentiae…
Volevo annunciarvi che scriverò un altro libricino.
(rullo di tamburi)
Più importante, questa volta, delle cazzate che ho scritto finora.
Perché, tutto sommato, non me ne fotte una beata minchia che un’azienda voglia buttare nel cesso milioni da dare “ai ragazzi” (quarantenni) che si occupano “di Internet” o quello che rimane a fine anno del budget alla gnocca di turno (o supposta tale) che si occupa “dei sosciàl”.
E’ molto più grave, invece, quando soccombono alla moda del momento e al giovanilismo imperante i giornalisti o le amministrazioni pubbliche, che siano il Comune di Milano o l’Ajuntament de Barcelona cambia poco.
Non mancherò di rompervi il cazzo (volevo dire, tenervi aggiornati) su come procederà la stesura del lavoro.
Bacio le mani.
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Il libro è pronto: L’ideologia di Internet.
In prevendita in inglese: The Internet Ideology.
