Quest’anno ho deciso di fare un post prima di IAB Forum, che tanto so già quello ci diremo. Dunque: siamo bravi, siamo belli e siamo simpatici. E’ vero. E quest’anno cresceremo del 30%, mentre gli altri media sono tutti fermi e [inserisci un media a tua scelta] sta perdendo quote.
Ora, invece, quello che non ci diremo: che abbiamo dei margini di crescita enormi, per dirla come un mio caro amico che è un inguaribile ottimista, visto che il fatturato della pubblicità online in Italia sarà, quest’anno, di circa 200 milioni di euro. O un decimo circa del fatturato in Francia.
Inoltre, che questa pubblicità online non è in effetti pubblicità, ma per la gran maggior parte – per i due terzi? – direct marketing online e viene acquistata a clic (Adwords, Adsense, Overture, Miva, Kelkoo etc.) quando non addirittura a risultato, per iscritto o vendita (Tradedoubler, Zanox).
Infine, spero di sbagliarmi ma da quello che sento dire in giro il secondo giorno non saremo in molti. Se saremo pochi di noi bella gente ma sarà pieno di aziende clienti, sarà un successo. Ma io ho come l’impressione che non sarà così, che anzi sarà ancor più inter nos. Anzi, inter vos.
37 Responses
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mah.. ti posso dare la stessa sensazione…
a) quasi nessuno rimane il 2ndo giorno
b) la mattina propongo quel simpatico giochetto a cartelline stile bingo dove al posto dei numeri ci saranno parole come click through, impression, roi, performance, indice, esponenziale, strumenti, superare, aziende interessate.. layla layla autoreferenzialità, banner caput mundi ecc… vince il primo che completa la cartella con quanto detto dagli speaker! :) (se non vi e’ chiaro il gioco ditemelo che ve lo spiego, altrimenti preparo le cartelle e mettiamo in palio un bel giro di negroni)
c) la mia fanciulla che lavora in una bella azienda grossa (ma non solo lei anche altre) e lavora nel marketing e nelle pianificazioni mica e’ stata invitata.. mi domando.. ma quali aziende vengano invitate.. quelle che investono? ah, ma quelle che fanno attività on line di comunicazione mica la stanno già facendo. e quando sara’ il primo iab forum in cui si dirà tutta la verità nientaltro che la verità dica la verità lo giuro?… per esempio, quando il sole24ore spiegherà il motivo per cui un Youbuy.it e’ il secondo in classifica dei migliori siti web italiani? (io lo so ma non ve lo dico manco morto…)
Disfattisti!! :-)
ma no, Massj. Miglioramenti e passi in avanti ne sono stati fatti, non ci sono dubbi. Ma la Francia che è 10 volte più grande di noi continua a crescere a un ritmo maggiore del nostro…
La Francia NON è più grande di 10 volte! A quali dati ti riferisci? Quelli di IAB 2005 (150 nostro contro 650 loro, mi pare)? Considera in questo caso che: a) loro mettono il search e noi solo un pezzettino, b) loro mettono i fatturati al lordo degli sconti, noi i netti; c) loro mettono dentro classified, yellow pages e produzione, noi no. Un paragone concreto dovrebbe vederci sotto di un 30% al massimo.
Mauro,
io non so cosa viene messo dentro da ogni Paese, ma so che se ogni Paese mette dentro quello che vuole, allora c’è del marcio in Danimarca (e non solo lì). Quanto ai numeri della Francia, pare abbiano dichiarato 984 milioni di Euro nel 1° semestre 2006, come da questo .pdf di IAB France.
Che infatti + +50% circa rispetto ai “loro” numeri del 1S 2005, la stessa crescita che abbiamo in Italia.
Voglio dire: cresciamo meno degli altri, è vero, ma non fustighiamoci. So che passi Chiediti di cosa vivono le migliaia di persone che vedrai allo IAB Forum. Non voglio parlare di “sommerso”, ma non confondiamo la maturità del mercato (che ancora non c’è, ok) con le dimensioni del mercato della pubblicità online che, a naso, ha superato anche quello della radio.
Max, anch’io avevo fatto il post con pronostici, ma mi sa che non vinco perche’ sono troppo simili ai tuoi.
Comunque, la pubblicita’ online, forseforseforse… non esiste :-)))))
Mauro, secondo me i numeri italiani sono discreti. Se in Francia stanno taroccando i conti, peggio per loro. Ma non raccontarmi che la crescita è uguale, perchè non lo è – non quella dichiarata, almeno.
1997 – 4 M
1998 – 17 M (+325% sul 1997)
1999 – 79 M (+365% sul 1998)
2000 – 184 M (+133% sul 1999)
2001 – 153 M (-17% sul 2000)
2002 – 309 M (+102% sul 2001)
2003 – 460 M (+49% sul 2002)
2004 – 840 M (+82% sul 2003)
2005 – 1,100 M (+31% sul 2004)
2006 (1° semestre) 984 M – quindi forse +100% sull’intero anno 2005?
fonti :
1997-2001
2002-2004
2005
1° semestre 2006
In generale concordo con te Massimo: allo IAB Forum c’è una forte tendenza a parlarsi addosso e a parlare solo agli addetti ai lavori, dimenticandosi troppo spesso degli investitori (possibilmente extra settore web) verso i quali mi sembra che ci sia spesso l’atteggiamento del “te lo spiego io cosa devi fare” invece di un “dimmi quali sono le tue esigenze e ti darò la soluzione”…
concordo, Enrico. Basterebbe anche solo un: mi lasci il suo biglietto da visita così la chiamo e le offro un pranzo uno di questi giorni. Lo chiami, lo inviti a pranzo e ci fai una chiacchierata. Ma non provi a rubargli il portafoglio subito, cazzo! Se ne capisci di Internet, se sei simpatico, se sai ascoltare e non sei pesante, poi ti verrà a cercare lui.
Ma sai qual è il vero problema, Enrico? Il problema è che la maggior parte della gente che vedremo domani crede davvero al marketing. Ci crede troppo. Crede che basti fare una bella convensciòn, portare tremila persone in una bella sede, fare una bella presentazione e via, lunedì saranno tutti in coda a bussare alla tua porta! E invece no.
Markets are conversations. Anche il mercato della vendita della pubblicità, addirittura.
Avete visto lo zeitgeist di google italia e altri paesi?
Cosa si cerca in Italia: calcio, calcio, calcio, cannavaro, valentino rossi, adriana lima, la freccia nera e jessica alba.
Cosa si cerca in altri paesi?: superbowl, jessica alba si ma anche tv1, l’equipe, vivastreet, donald rumsfeld, e war in iraq e (canada) youtube e myspace.
Qualche differenza?
Può c’entrare con l’adv online?
che delusione!
io pensavo si cercassero le veline, in Italia! scusa, eh, ma fra la Hunzicker e Cannavaro…
mi domando.. se pianificare significa utilizzare strumenti utili per comprendere dove pianificare.. quando e se e quando avremo degli strumenti che siano “veritieri” e non siano quella grossa pagliacciata di Nielsen NetRatings.. ma che fine ha fatto btw il nuovo contratto che audiweb doveva stipulare? :P
perche’ a iab vorrei tanto che qualcuno dicesse le cose come stanno. ovvero, si lo strumento e media vale la pena utilizzarlo per pianificare, ma per pianificare sono necessari strumenti certi. voglio dire, possibile che chiunque senta mi dica che Nielsen netrating sia inaffidabile e inaccurato (come la classifica del sole24ore giusto per intenderci..:) ma al contempo tutti quelli che mi propongono numeri da strombazzare per invitarmi ad investire, caso strano me li presentano. questione di coerenza.. ma se sono un big brand ovviamente a qualche dato devo appigliarmi per pianificare e caso strano.. caso strano… eccoci nuovamente a lavorare su dati fuffa… mi piacerebbe un parere di un Lupi.. non dico di una Layla Pavone.. ma…
certo che c’entra, daniele. la dimostrazione è pure nel tirarsi delle gran pippe con i numeri quand’invece siam messi a quel modo…
puah
Concordo sul tema Nielsen, soprattutto per i dati business: bisognerebbe quanto meno avere il coraggio di dire che quei dati sono solo riferiti all’ utenza domestica (imprecisi anche lì, ma sarebbe già qualcosa…).
Lo IAB Forum è un evento a suo modo mondano: non so quanti degli sponsor potranno trarne un qualche beneficio sul fronte del new business: siamo sempre fra di noi, al 95%, grandi baci e abbracci e pacche sulle spalle. A me piace anche, ma se fossi nel restante 5% (le grandi aziende che investono offline, ad es.), credo che uscirei dal Forum con molte idee confuse – e la sgradevole sensazione di essere un pesce fuor d’acqua…
da anni si dicono cose che non condivido, che internet aumenta la brand awareness, quando tutti i pianificatori sanno molto bene che l’awareness la fa la televisione, internet ha ben altre funzioni. Non si fanno parlare abbastanza i clienti, non c’è una sessione ricerca e sviluppo, non si fanno progetti sperimentali, non si promuovono nuove forme di misurazione, si insiste su internet e si tralasciano altri mezzi interattivi, tutte cose che farebbero bene al comparto. Dire che tutto va bene non è utile. All’estero si citano numeri, si presentano case histories di successo e anche di insuccesso spiegandone le ragioni. Oramai internet è maturo, possiamo permettercelo. Mi auguro che domani non sia un’autocelebrazione, perchè il settore dell’advertising on line, l’ho visto nascere e credo che abbia grande potenzialità
Thomas, ma come ti permetti !!!??? Youbuy è il secondo sito più popolare in Italia, dopo Google, ma prima di Ebay, BeppeGrillo etc etc solo e soltanto perchè fanno dei prezzi molto buoni sui DVD ! :-)
Pensa così buoni che li vendono anche a meno della tassa SIAE ! :-) Quando uno è così buono e generoso è inevitabile che sia anche popolare e amato dalle genti
Ciao ciao
Giorgio
@Laura : ma è lo scopo di tutto l’ambaradan! Aò, guarda quanto so’ fighi questi della niu economi! Voglio anche io essere cool come loro – eddai, mister amministratore delegato, coraggio, non facciamo l’azienda dinosauro old economy, compriamo anche noi tre etti di banner! ;-)
Vuoi governare il futuro di Internet? Diventa panelista, t ti paghiamo, poco ma ti paghiamo. Vuoi mettere la soddisfazione di muovere le statistiche del web?
dì, è uno scherzo o siete messi davvero così male ?
Cerca di essere gentile, se no la smetto di generare visite su Dotcoma, tu crolli in classifica e con te il titolo al crackdaq
Vado al massimo
Vado al massimo
Vado al massimo
Vado a gonfie vele
A gonfie vele
A gonfie vele
Voglio proprio vedere
E voglio proprio vedere
E voglio proprio vedere
Come va a finire
Ahi, ahi, ahi, ahi
Voglio veder come va a finire
Andando al massimo senza frenare
Voglio vedere se davvero poi
Si va a finir male
grandissimo l’andreutti… condivido :D
Questa mattina ho partecipato per la prima volta al convegno. L’effetto di pubblico, relativi relatori e argomenti questa mattina era impressionante, e voglio fare i miei complimenti vivissimi a Layla Pavone per il lavoro fatto, di strada dalla mia fondazione dello IAB con Rampolla nel 1998 ne è stata fatta tanta. Sono candido, perché da molto non mi occupo più di tematiche pubblicitarie – tanto più Internet – e mi posso permettere di fare alcune veloci considerazioni:
– Il vero dato emerso è quello mostrato da Duranti, il 38% dei clienti che contano oggi spende poco più di un decimo della torta pubblicitaria Internet, questa è la vera sfida, da sempre, ed ancora oggi.
– Un po’ di auto-celebrazione è inevitabile, ma gli operatori devono smettere di essere una casta isolata e specialistica. Il problema del settore è che i ranghi professionali si sono formati in esso e con esso, e non vantano esperienze o competenze per poter dialogare con quella classe di interlocutori di cui Testa e Malgara ne hanno ancora una volta validamente rappesentato il carattere…
– Le dinamiche qualitative relative al comportamento degli utenti sono state ancora una volta trattaggiate con cautela, la parola “paura” è ricorsa più volte nella presentazione di Lucchi. Ma come si può pensare che chi investe in pubblicità su altri media possa guardare con più interesse ad un mercato nel quale gli utenti hanno “paura” di fare le cose su Internet? Chi ha paura di guardare la Tv? Ma gli utenti Internet non sono i portatori delle tendenze main-stream di cui le aziende dovrebbero avvalersi?
Nonostante ciò, molto bene, bene anche le visioni istronicamente portate dall’AD IAB Europe, una finestra dai mondi nel quale le buone idee si realizzano sempre e in tempi brevi (vd Google vs Tv in UK).
Scusate la lunghezza, torno al mio lavoro e il mio silenzio.
Questa mattina ho partecipato per la prima volta al convegno. L’effetto di pubblico, relativi relatori e argomenti questa mattina era impressionante, e voglio fare i miei complimenti vivissimi a Layla Pavone per il lavoro fatto, di strada dalla mia fondazione dello IAB con Rampolla nel 1998 ne è stata fatta tanta. Sono candido, perché da molto non mi occupo più di tematiche pubblicitarie – tanto più Internet – e mi posso permettere di fare alcune veloci considerazioni:
– Il vero dato emerso è quello mostrato da Duranti, il 38% dei clienti che contano oggi spende poco più di un decimo della torta pubblicitaria Internet, questa è la vera sfida, da sempre, ed ancora oggi.
– Un po’ di auto-celebrazione è inevitabile, ma gli operatori devono smettere di essere una casta isolata e specialistica. Il problema del settore è che i ranghi professionali si sono formati in esso e con esso, e non vantano esperienze o competenze per poter dialogare con quella classe di interlocutori di cui Testa e Malgara ne hanno ancora una volta validamente rappesentato il carattere…
– Le dinamiche qualitative relative al comportamento degli utenti sono state ancora una volta trattaggiate con cautela, la parola “paura” è ricorsa più volte nella presentazione di Lucchi. Ma come si può pensare che chi investe in pubblicità su altri media possa guardare con più interesse ad un mercato nel quale gli utenti hanno “paura” di fare le cose su Internet? Chi ha paura di guardare la Tv? Ma gli utenti Internet non sono i portatori delle tendenze main-stream di cui le aziende dovrebbero avvalersi?
Nonostante ciò, molto bene, bene anche le visioni istronicamente portate dall’AD IAB Europe, una finestra dai mondi nel quale le buone idee si realizzano sempre e in tempi brevi (vd Google vs Tv in UK).
Scusate la lunghezza, torno al mio lavoro e il mio silenzio.
Ciao Andrea, ben ritrovato. Lo sai che certi passaggi del tuo vecchio libro del 1995 sono ancora attuali.
Un saluto
Wow che sorpresa!
Andrea Giovenali in persona, colui che mi apri’ le magiche porte del Web, assumendomi in Datanord nel lontano 1999. E’ un piacere vederlo sul pezzo del nostro “mezzo” dopo tutti questi anni. Anche se c’e’ chi, come me, non e’ del tutto convinto che Internet sia un mezzo. Non per questo non vi dedichiamo energie e risorse assolutamente rilevanti…
Facciamo un referendum Paolo, che cosa è internet?
La mia risposta e’ banale, sorry. Un ambiente in cui convergono comunicazione, interazione e transazioni. La comunicazione secondo me e’ monca, perche’ i messaggi che si possono veicolare non hanno (per ora) la forza emotiva che puoi avere in TV, sul grande schermo del cinema o sulla stessa radio (ove “pictures are better”, come ho sentito dire una volta da Negroponte). Pero’ solo su Internet il “media” puo’ coincidere col punto vendita o piu’ genericamente col canale di ritorno. Con questi presupposti, e’ ovvio che il Web sia riuscito a dimostrare i propri meriti sul campo del direct marketing, mentre faccio fatica a trovare meriti sul campo del “brand advertising”. Li’ dovrebbero valere le stesse regole che hai per gli altri: fai una campagna banner, la concludi, e poi fai una bella ricerca e controlli se qualche indicatore della tua marca si e’ spostato. Che tu usi un questionario online, una telefonica, o altro, non cambia granche’. Certo che se tu pianifichi dei banner e dieci minuti dopo spari un istant poll che ti chiede “che banner hai visto recentemente”, le risposte un tantino distorte. Soprattutto se a venderti la ricerche e’ un parente o un fornitore della societa’ che ti ha pianificato i banner. Faccio un’ultima annotazione: vedo le ricerche sulla marca dell’azienda in cui lavoro e so quanti banner pianifico.
Te lo chiedo, perchè per molto tempo ho amato pensare che internet è un ambbiente, oggi con il 2.0 si dice che internet sia una piattaforma dove si possono fare tante cose. Ci stavo riflettendo.
in tv si vendono quasi esclusivamne :
servizi telefonici
macchine
detersivi
e per questi prodotti il mezzo di massa televisivo è l’ideale, anche perchè nessuno degli addetti vuole davvero sapere quanta gente effettivamente guarda gli spots…. l’auditel va bene così com’è: grandi budget, pochi players….grandi m#zze.!
fare pubblicità su internet vuol dire inventare un mestiere che ancora non c’è : la qual cosa costa sacrifici e rischi, e ciò non rientra nelle ‘missions’ dei nostri [imprenditori].
Te lo chiedo, perchè per molto tempo ho amato pensare che internet fosse un ambiente, oggi si parla di che internet come una piattaforma dove si possono fare tante cose. Ci stavo riflettendo.
dansallo, chapeau. ti sei dimenticato però le acque-minerali-che-ti-fanno-diventare-una-figa :-)
più che le auto, perle quali in tivù si spendono tanti soldi, più che chiudere vendite, mi sa…
il mercato italiano non esite,
e’ triste ma e’ la verita’.
la colpa di chi e’?
chi lo sa pocha abitudine alla carta di credito? connessioni broadband che costano a peso d’oro?
chi lo sa, la realta’ e’ che l’italia e’ un paese arretrato
e’ triste ma e’ cosi’
Tutte e due le cose :-) Coguar0 hai centrato il nocciolo del problema.
in Italia c’e’ una carta di credito ogni 2 persone; in UK ci sono due carte di credito ogni persona. LPer l’80% dei pagamenti su Internet, pero’, si usa la carta di credito (o Paypal) anche in Italia
Riguardo al broadband, it’s history: siamo il paese G7 con meno penetrazione
Paolo, raccontiamola tutta.
In Italia le carte di credito costano 30-50 euro all’anno, in Inghilterra molte sono gratis. Poi devi pagare ogni costo di invio, le tasse ecc. Ergo è costoso avere una carta di credito. Se l’Erario forsse più furbo, le incentiverebbe, ma non lo fa, perchè chi la ha già, ha incominciato a indebitarsi molto, basta leggere le statistiche a riguardo per capirlo.
have a nice day!