Ma le case automobilistiche che hanno inaugurato una presenza su Second Life fanno fare un test drive nel mondo reale o in giro per le strade di Second Life? E Gabetti? Vendono appartamenti a Milano o solo superattici su Second Life? E perchè tutte queste aziende vogliono essere presenti su Second Life? Perchè ci sono eyeballs, quindi…
Ma guarda un po’ che strano, pare che gli utenti di Second Life non siano particolarmente interessati alle offerte delle aziende sulla loro comunità. Come sul web, insomma. E come è successo sul web, anche qui le aziende fanno fatica a crederci. Non escludo che prima o poi inizino a comprare banner virtuali su Second Life per ovviare alla cosa ;-)))
Ma qualcuno ha capito esattamente cos’è Second Life ? Quancuno non si domanda se non è il caso di investire in cose fatte meglio nel mondo reale piuttosto che buttarsi in questo “very trendy virtual world”… ? boh…. se ne discuteva qualche tempo fa con la nostra amica Elisondo qui: http://tinyurl.com/ynle3c
Sostenevo in particolare che il vero punto focale sono i comportamenti dell’azienda nel mondo reale, la sua capacità di interloquire e interagire con i suoi consumatori reali nel mondo reale, e attraverso i suoi prodotti; insomma la brand experience nel senso più ampio e completo del termine. Se dovessi definire Second Life in due parole (forse un po’ provocatoriamente) direi che è il “banner 4.0”
Enrico, allora dillo che sei dei nostri, che sei anche tu uno di quelli che hanno “gettato la spugna” ;-)
Sante parole, Enrico.
Posso provare ad andare uno step oltre? A me fa impazzire dalle risate quando sento tutti sti markettari e brand manager che dicono che sono interessati a “far interagire” i “consumatori” col loro (sacro) brand nei videogiochi o in queste comunità virtuali, quando la gente (vera, non quella che gioca ai videogiochi, e più clienti che non consumatori) di fatto interagisce coi loro brand nel mondo reale, parlandone con amici e colleghi, scrivendone in blog e forum etc. Ergo, secondo me parte del fascino di questi nuovi mondi – oltre al fatto che sono nuovi e che fanno scattare subito un’uscita sul daily net in cui anche il marketing manager che ne sa meno di Internet sembrà uno à la page – è proprio che, a differenza del web, in questi mondi c’è ben poco da “interagire”, che come noto l’idea che le aziende hanno di interazione è… vedi la nostra pubblicità, riconosci il nostro brand, prostrati davanti a esso e giurami che non avrai altra marca di [automobile, patatine, agenzia immobiliare, scarpe o altro] al di fuori di me…
Hai parlato di automobili e case, Massimo, ovvero beni che devi necessariamente toccare/esplorare/testare per soddisfare il lato emozionale del pre-acquisto.
Qualcuno va oltre su SL: ENOGASTRONOMIA!!!!
http://www.mlist.it/archivi/env/msgid-49215.html
L’esperienza sensoriale per eccellenza (sesso a parte :-)) viene così annullata.
Anch’io sono dei vostri!
no, anche il vino e le mozzarelle virtuali… è troppo!
capiscono facilmente second life perchè non è altro che uno specchio della realtà. L’interazione con i consumatori non si fa con gli avatar, ma con la cultura aziendale e con le giuste attività. Ci sono aziende con un customer service che fanno pena, ma che vogliono aprire su second life. Storie già sentite.
Che in Second Life non basta esserci, lo dico anche io da parecchio tempo.
In ultimo, su questo pezzo (manca la firma, ma e’ mio, uscira’ firmato su Week.it).
Che ci possono fare le aziende? Leggete il portante del pezzo succitato (sempre mio) su cosa intende farne Ibm. Molto illuminante.
Come mai il Campus dell’Ohio University ha speso a marzo 30 mila dollari per gli edifici della sua sede in SL? Che ci possono fare le istituzioni didattiche e culturali? Leggete questo, sulle biblioteche in SL (sempre mio).
Ah, e guidare in SL secondo me e’ una boiata pazzesca, si va a sbattere dappertutto (ma c’e’ a chi piace molto, soprattutto con le moto da corsa). Invece, e’ molto divertente andare in windsurf o fare paracadutismo, per esempio. E non ho ancora avuto tempo di provare le immersioni.
Chi ce ne capisce qualcosa, di SL? Ibm, certamente. Modestamente anche io, come del resto tutti quelli che invece di parlarne soltanto ci passano (almeno) la loro bella ventina di ore alla settimana.
Ciao, Fabio 7.0.
Differenti versioni di noi stessi vivono contemporaneamente in differenti mondi e sono tutti reali.
Gary Zukov
Ma con tutta la buona volontà non riesco a farmi acchiappare da SL, twitter o aNobii.
Ciao.
Portare la propria azienda su SL garantisce visibilita’ al markeitng manager di turno…diciamolo..
minchia, io 20 ore la settimana non le dedico neanche alla mia first life… (ora leggo gli articoli, thanks)
ho letto il tuo articolo su pdf, Fabio. Interessante. Ora che ne so qualcosa, prometto…
-che non andrò mai su SL;
-che se qualcuno mi dovesse chiedere un parere su SL dirò che non ne so nulla;
-che insisterò comunque a dire che dovrebbero prima occuparsi del web. IBM, ad esempio, ha un sito e una presenza su Internet che…
Queste domande me le sono poste anche io. Le aziende già faticano ad interagire con le persone in modo nuovo attraverso il “tradizionale” web, non vedo come ci possano riuscire attraverso SL.
Per quanto riguarda Gabetti i miei dubbi li ho espressi sul blog e subito mi ha risposto Matteo Penzo, il responsabile del progetto.
..già questo è un bel passo in avanti..
Ma lo sai che quando scritti dello sbarco di Gabetti su SL, mi commentò uno della Gabetti? :)9