Capitolo 3 – Guadagnare Navigando

Capitolo 3 – Guadagnare Navigando

E’ difficile da credere per chi vede i portali con il 90% dei banner venduti a 2 lire a impression [1] ai siti di loghi-e-suonerie o usati come scambio-merce, ma agli albori della New Economy non vi era abbastanza spazio per tutta la pubblicità per la quale vi era richiesta. Erano i tempi in cui le start-up nascevano come funghi e combattevano ferocemente per un po’ di spazio per farsi vedere. Non solo vi erano nuove società che offrivano sempre nuovi servizi gratuiti nella speranza di creare più spazio. A un certo punto qualcuno ebbe la bella idea di creare servizi grazie ai quali l’utente poteva scegliere di visualizzare della pubblicità extra – ed essere pagato per il disturbo. [2]

Guai a dirlo, ma praticamente nessuno guadagnava con Internet. Nessuno tranne i ragazzini che avevano capito che con un po’ di furbizia si possono guadagnare un sacco di soldi fregando il sistema dal salotto di casa. Poche balle, sono loro i veri eroi della New Economy! [3]

AllAdvantage.com
La brillante idea di questa società americana era di pagare i navigatori perché si sorbissero pubblicità extra che veniva visualizzata in un’apposita barra che compariva a richiesta occupando parte dello schermo. Ovviamente, potevi guadagnare non solo sorbendoti pubblicità, ma anche invitando altre persone che a loro volta avrebbero invitato altre persone che a loro volta…

Come avrai sicuramente capito, le possibilità di guadagno erano infinite. Le possibilità invece che questa società riuscisse in qualche modo a sopravvivere… sono finite. Finita la corsa all’oro, sono andati ko a febbraio 2001, sono scappati senza pagare niente a nessuno e, molto coerenti, hanno venduto il loro dominio a un sito che ti promette di diventare ricco lavorando da casa.

All-dis-Advantage.com è riuscita a bruciare la bellezza di 131 milioni di dollari. Mi sembra quasi poco, se consideriamo nei 4 mesi più New Economy di sempre [4] – e quindi in teoria migliori per loro – hanno pagato la bellezza di 32.7 milioni di dollari ai propri iscritti nonostante siano riusciti ad incassarne solo 9.1 dalla vendita di pubblicità. [5] Non male come business model, vero?

Netfraternity.it
NetFraternity è la versione italiana di AllAdvantage. Un po’ meno aggressiva nella promozione del proprio meraviglioso servizio, NetFraternity era una società che si dava anche un certo tono dicendo di aiutare anche i meno abbienti a navigare. Poi gli inserzionisti si sono accorti che forse i meno abbienti che mettevano la barra in cambio di 1200 lire all’ora non erano il target ideale…

PayLand.com
Payland copia il servizio di NetFraternity, ma lo fa meglio. Invece di 1200 lire all’ora paga 2000 lire, poi arrotondate per difetto a 1 Euro, e poi via via sempre a meno, fino a che un bel giorno decidono di non pagare più e di convertire i crediti in lire maturati in fanta-punti coi quali si possono ottenere sconti nel loro shop. Un successo incredibile, come puoi ben immaginare…

ILert.com
Un’interessante variazione sul tema, Ilert era una società norvegese che è riuscita a raccogliere la bellezza di 44 milioni di dollari da un gruppo di investitori davvero molto avveduti. Apre e chiude sedi in tutto il mondo con una velocità impressionante, compresa una sede a New York in Fifth Avenue per un centinaio di persone dove forse sono arrivati a lavorare in dieci.

O così mi è stato raccontato. [6] Ma cosa faceva ILert? ILert ti permetteva la visione di piccoli spot pubblicitari. Per compensarti del disturbo, ti dava un gruzzoletto di punti da convertire premi. Insomma, una grande idea, una di quelle idee destinate a cambiare il mondo. Purtroppo un bel giorno arriva la crisi, e la crisi, si sa, si porta via anche le idee migliori…

Lucky.it
Come in ogni festa di paese che si rispetti, anche su Internet si possono vincere meravigliosi premi. Lucky.it utilizzava la dimensione ludica per promuovere la tua start-up, camuffando la pubblicità dietro il gioco e la possibilità di vincere un premio. Ovviamente, il business sta in piedi solo fino a quando vi sono start-up con soldi da bruciare e (relativa) penuria di spazi pubblicitari. [7]

Winnerland.com
Originariamente un progetto interno a Procter&Gamble, Winnerland viene rilanciata come una società indipendente nell’autunno 2001, con un paio d’anni di ritardo su Lucky. Navigati manager, le persone dietro a Winnerland scelgono come clienti non dotcom ormai senza soldi, ma società offline che di Internet ne capiscono addirittura meno di loro. [8] Beati monocoli in terra caecorum.

RichOnTheWeb.com
E’ incredibile: c’era addirittura una società chiamata così. Che Dio li perdoni.

note al Capitolo 3

[1] i banner venivano venduti secondo una raffinata logica di un tanto al chilo, un po’ come la frutta e la verdura. Il modello che veniva usato era il CPM, cost per one thousand impressions. 2 lire ad impression vuol quindi dire 1 Euro CPM, mentre ai tempi d’oro si parlava di 30 Euro CPM o più…

[2] alcuni gridarono allo scandalo: ci vendiamo alla pubblicità, dissero, e altre cose simili. A mio modesto parere il fenomeno del guadagnare navigando è solo la riprova del segno – negativo – del valore della pubblicità. Tranne rarissimi casi come le Pagine Gialle e le inserzioni di lavoro, la pubblicità è solo una seccatura. A volte vale la pena farne, altre no. Dipende anche dal prezzo.

[3] Ad esempio, usando 2 barre di navigazione assieme, o invitando sé stessi e guadagnando anche sul secondo livello o in altri modi ancora…

[4] Fra dicembre 1999 e marzo 2000, il momento per eccellenza della Febbre da NASDAQ: 3 novembre 1999: quota 3000. 29 dicembre 1999: quota 4000. 9 marzo 2000: quota 5000. Poi, il crollo.

[5] Si veda F’d Companies, pagina 150.

[6] Per qualche strana ragione prima di chiudere del tutto Ilert è rimasta una società italo-norvegese. Nei loro uffici di P.le Cadorna a Milano lavorava una ragazza orientale veramente bellissima.

[7] Planner, la società proprietaria di Lucky, ormai si occupa di concorsi via SMS.

[8] Oppure sono dei visionari. Giudicate voi. Si veda Dalle soap opera al marketing digitale personalizzato Capitolo 17 di Lavapiùbianco.com, HopsLibri.